Ordinanza del Tribunale di Roma in materia di vittime della criminalità.

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Il nostro studio legale ha, ancora una volta, perorato con successo le ragioni di parenti di vittime della ndrangheta alle quali era stato negato l’accesso al fondo vittime e revocati i benefici di legge già concesso da parte del Ministero dell’interno.

Ed ancora una volta il Ministero soccombe alle esigenze di giustizia delle vittime e stavolta, peraltro, scivola su un tema molto delicato e cioè l’inidoneità delle dichiarazioni dei collaboranti rispetto a quanto attestato nelle sentenze civili e penali.

L’ordinanza, del 21 novembre 2021, è estremamente interessante perché censura l’uso a volte disinvolto dei pentiti da parte dei PM e dello stesso ministero, statuendo che “non possono ostare le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia” e che per il ministero e l’avvocatura generale dello stato non è possibile “integrare la motivazione in sede giudiziale”. Conseguentemente il ministero è stato condannato al pagamento in favore delle vittime.

Al di là dei tecnicismi giuridici e delle statuizioni di diritto contenute nell’ordinanza, esprimiamo la nostra piena soddisfazione per aver tutelato ancora una volta le ragioni delle vittime della criminalità anche nei confronti di amministrazioni statali per nulla sensibili, né solidali con le vittime al punto da violare reiteratamente la legislazione in materia.